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Batimarso 2012

Ritorna il Batimarso dedicato a tutti i ragazzi di Rosà.
Deciso dal Magnifico Consiglio e organizzato dagli Amici del Villaggio, si svolgerà  Domenica 25 Marzo con arrivo verso le ore 17:00 presso la casetta del Campo San Bonaventura, Quartiere Seminarietto in Via san Bonaventura, Zona Piscine Comunali.
Il Batimarso è una ottima occasione per riportare l'attenzione sulla mobilità sostenibile, in autonomia, in particolare per i ragazzi.
La carenza di percorsi protetti obbliga alla promiscuità del traffico sottoponendo al rischio e quindi alla rinuncia dell'utilizzo dellla bicicletta.Tema forte della festa è anche la riscoperta delle tradizioni, delle buone tradizioni tramandate nei secoli dai nostri nonni.
La festa è possibile grazie alla collaborazione della Protezione Civile, dei Vigili, della Pro Loco e vede il patrocinio del Comune di Rosà.



Il Volantino:

MAGNIFICO CONSIGLIO
DEI RAGAZZI DI ROSA’

Il Magnifico Consiglio dei Ragazzi di Rosà ha organizzato il
BATI MARSO 2012
passeremo una pomerigio in compagnia per riscoprire e assaporare le tradizioni di una volta.
Ci vediamo per questa bella iniziativa, aperta a tutti

(partenza a ora da stabilire con la propria frazione/quartiere).
Per una biciclettata in allegria raccomandiamo tutti di fissare bene i “bussolotti” per evitare di perderli lungo il tragitto. Potrete depositarli in un’area delimitata all’arrivo.
All’arrivo si potrà festeggiare tutti insieme con panini, soppressa, dolci e …tanta allegria. Durante la festa potrete anche raccontare una storia, poesia o filastrocca di un tempo, potrete esibirvi in una scenetta dal sapore antico che i nonni vi possono ispirare.
VI ASPETTIAMO NUMEROSI
I partecipanti saranno accompagnati lungo tutto il percorso dagli organi di pubblica sicurezza e protezione civile.
Con pioggia ci possiamo sempre ritrovare per festeggiare presso il CAMPO SAN BONAVENTURA.
UNICA REGOLA: FARE MOLTO RUMORE


I Percorsi

Per ricordare il passato
BATI MARSO: Il giorno 31 marzo, c'è l' usanza di andare in giro per le vie e le contrade del paese con la bicicletta, trainado con sè vecchi bidoni, lattine, barattoli, pentole, legati ad un filo di ferro. Verso l'imbrunire infatti tanti ragazzini dovevano fare un gran baccano con i loro "bandoti" , per "svegliare la primavera" cioé risvegliare la natura affinchè la stagione diventi fertile e abbondante (letteralmente "bati marso" significa "battere Marzo").

Si recitava a tal proposito questa filastrocca:

BATI BATI MARSO
CHE APRIE SARA' QUA,
NO STA MORIR CAVAEO
CHE L'ERBA CRESCERA'

Un’altra filastrocca recitava così:

"...par svejar fora i spirìti de la tera e farghe corajo a la rinàssita de la natura, cantando e sonando, so 'l finir de febraro che xe in ùltima l'inverno....
...vegnì fora gente, vegnì in strada a far casoto, a bàtare marso co' racole, sbàtole, ranéle, bandòti, cerci, tece e pegnate....vegnì, gente..."

………sarebbe davvero un peccato perdere queste tradizioni!!!




Gli accessori del “BATI MARSO”
ràcola, racoléta = raganella; parlantina
Voce imitativa, esprime in origine il gracidare.
Che ràcola = che parlantina, riferita in particolare a persona che parla in continuazione.



Ràcola o racoléta è anche uno strumento di legno formato da una rotella dentata e un'assicella con lamina a contatto con la ruota: facendo girare lo strumento come un'elica si produce un rumore simile a quello di una raganella.
Si usava nelle sagre, nelle chiese il venerdì santo in luogo del campanello e delle campane che tacciono in segno di lutto.
         
La “racola” in chiesa al venerdì santo
La “racola” in chiesa al venerdì santo
L'attrezzo stava riposto durante tutto l'anno e ricompariva solo durante la settimana santa, quando veniva adoperato in chiesa durante i riti del Mattutino delle Tenebre, il mercoledì, il giovedì e il venerdì santo sera.
Nella chiesa spoglia e scura, in coro, troneggiava un candelabro a piramide, con tredici candele accese. Anche questo candelabro faceva la sua apparizione solo durante i tre giorni della settimana santa.
Due cori, alterni, cantavano i salmi. Al termine di ciascun salmo, un chierichetto spegneva una candela. I ragazzi intanto, girando nel sagrato della chiesa, aspettavano impazienti che si arrivasse alla penultima. Per incanto, la chiesa si riempiva di ragazzi con le ranele in mano. Quando, portata via l'ultima candela dietro l'altar maggiore, il prete batteva sul suo inginocchiatoi il volume di preghiere che teneva in mano, scoppiava fragoroso l'assordante suono delle racole.
Si diceva che il baccano volesse significare il frastuono, fatto dai Giudei durante la cattura del Cristo. In realtà con il frastuono, si pensava, fin dai tempi pagani, di allontanare gli spiriti maligni!A.F.C.


La “sbatola” Persona con spiccata parlantina.
In lingua veneziana è la spatola o il mestolo per polenta. Strumento usato per “sbatociare” percuotere contro i “bandoti” bidoni di latta.

Articolo del Giornale di Vicenza sul tema del Batimarso
Il capodanno veneto e il calendario di Marilyn
giovedì 01 marzo 2012
Se qualcuno oggi vi augura “Buon Anno!” non prendetelo per matto. E non andate a cercare se è la ricorrenza del capodanno cinese o islamico. Oggi, primo marzo, è il Capodanno veneto, secondo la secolare tradizione della “Serenissima”. Se si iniziano a contare i mesi da marzo, tutto è in ordine: ma non c´è solo una ragione artimetica. Ce n´è un´altra meteorologica. Possibile che l´anno inizi dall´inverno, con la stagione “morta”? Certo che no. Non a caso, in questi giorni, anche nel Vicentino si affollano le iniziative, “Fora Febraro” e “Ciamar marso”. Hanno tutte lo stesso significato: festeggiare l´inizio della Primavera, convenzionalmente stabilita dalla “Serenissima” al 1° marzo, ventidue giorni prima dell´equinozio. “Bater marso”, altro nome per questa ricorrenza, indica appunto il rumore che è necessario produrre perché idealmente la stagione si risvegli dal sonno invernale.
E tanto per ribadire che i veneti non sono musoni ma festaioli quanto gli altri, va ricordato che la festa di Capodanno e l´augurio di “Buon Anno” per tradizione iniziavano negli ultimi tre giorni di febbraio e proseguivano per i primi nove giorni di marzo. Non a caso: tre più nove fa dodici, il numero che segna il massimo dell´unità perché moltiplica il divino (tre) per l´umano (quattro). A seconda di com´è ciascuno di questi 12 giorni a cavallo dell´anno si può trarre un auspicio per ognuno dei dodici mesi successivi.
Magìe del calendario, gregoriano o veneto che sia. Noi festeggiamo comunque, ricordando quello che sosteneva Marilyn Monroe: «Mi è capitato spesso di finire in un calendario, ma non per una data precisa». A ciascuno il suo calendario.  
(Antonio di Lorenzo)

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